Peschiera del Garda (VR) 2020 - Concorso d'idee - Project Team: arch. Vincenzo Izzo, arch. Emilio Franco, arch. Caterina Giameo
L'impianto urbanistico di Peschiera del Garda è caratterizzato da una configurazione tripartita. Le due rive che si affacciano sul Lago, si allungano a cingere la Città murata, cuore della cittadina, fino a trasformarsi in sponde fluviali. Il risultato è un insieme che si dilata e si contrae modificando radicalmente, in poche centinaia di metri, il proprio tessuto, le forme, i colori, la vegetazione, le sensazioni. I tre ambiti di progetto si dipartono da qui, estensioni naturali del Centro urbano verso le direzioni dettate dall'acqua. Ognuno con caratteristiche proprie ed un ruolo potenziale nelle dinamiche di sviluppo locali.
Lungolago Mazzini
Il lungolago Mazzini si presenta come un ambito dotato di una
forte valenza paesaggistica, privo, tuttavia, di una
caratterizzazione funzionale definita rispetto al ruolo potenziale
che potrebbe avere nelle dinamiche locali. Restituire equilibrio all'assetto urbano,
trasformando la passeggiata del lungolago in uno spazio urbano
aggiuntivo è stato l'obiettivo che ha guidato la proposta
progettuale. A tale scopo è stato rimodulato il profilo del
lungolago attraverso una configurazione morbida delle sue linee.
Questo ha consentito di poter disporre di una superficie d'intervento
più ampia ed un maggiore distacco dall'edificato e dalla strada. Le ondulazioni del terreno contribuiscono con la loro estrusione
ad un sensibile arricchimento naturalistico del luogo e fungono, al
tempo stesso, da dimora più idonea per le radici dei Pini e da
filtro e limite visivo dello spazio verso la strada.
La passeggiata acquista, così, una dimensione e un significato diverso. È fluire, sostare, soffermarsi. La presenza dell'acqua affianca il percorso con variazioni cromatiche e sonore uniche fino a superare il concetto di limite fisico quando il percorso diventa Isola, intorno nel quale potersi immergere per apprezzare appieno il meraviglioso contesto. La parte inferiore dell’Isola, immaginata dal profilo inclinato, rimanda a segni che assecondano i moti erosivi dell'acqua. Il particolare orientamento della riva e la presenza costante al margine dell'ombreggiatura degli alberi, consente nel periodo estivo una fruizione più confortevole e lunga anche nelle ore diurne, confermando ancor più la vocazione del luogo come spazio per l'aggregazione.
Lungolago Garibaldi
Pur affacciandosi sul Lago, quest'ambito si discosta molto, come
contesto, dalla destinazione prevalentemente residenziale del
Lungolago Mazzini. Il Lungolago Garibaldi è caratterizzato dalla
presenza di un plesso Scolastico, da diverse attività ricettive e
ristorative e dalle funzionalità legate all'attracco delle
imbarcazioni. L'impostazione secondo un asse rettilineo rigido, la
monotonia prospettica dettata dal costante sesto d'impianto
dell'alberatura, l'affaccio negato verso il Lago per una buona parte
della sua lunghezza, lo configurano quasi esclusivamente come
elemento di collegamento al centro storico, alle spiagge e alla
stazione. L'intervento ha mirato a dare valore alle potenzialità in nuce
del luogo, cercando di stemperare i limiti che lo rendono quasi
esclusivamente zona di transito. Linguisticamente le forme dell'intervento, prendono spunto dai
vincoli imposti dalla linearità preponderante nei segni presenti,
modificandoli e plasmandoli fino a trasformarli in altro.
Il cordolo delle aiuole che si affaccia sulla strada, prende forma, diventa elemento che spezza la monotonia con salti di quota, rientranze e nuove aiuole. La striscia piatta di separazione dal traffico veicolare, assume un nuovo carattere grazie alla modellazione delle pendenze e al continuo ridisegno in pianta dei diversi tratti.
Le aiuole, in parte schermate dalla strada con siepi modellate, in altri punti calpestabili e usufruibili nella loro interezza, non costituiscono più un limite, ma si allargano, si distendono, definiscono nuovi attraversamenti, resi più leggibili dai cambi di pavimentazione e dall'interruzione delle porzioni verdi, che ridisegnano, con lo stesso criterio, anche quelli attualmente presenti. Anche in questo caso è stato dato un forte ruolo comunicativo alla pavimentazione. È quest’ultima, infatti, che oltre a contribuire al risultato estetico, segnala con le differenti tipologie di materiali e le varie colorazioni i cambi di scena, la presenza delle sedute e degli attraversamenti. Per ammorbidire l'effetto della pietra locale e dare un apporto più intimo e naturale è stato adottato il legno come materiale per i tappeti alla base delle sedute. Il cordolo sarà realizzato in pietra ricomposta, per la facilità di realizzazione e per il basso impatto ecologico del materiale che prevede l'uso dei residui di lavorazione delle pietre, intervallata con tratti in Trachite grigia per dare vivacità visiva e spezzare la linearità del disegno.
Lungo Mincio Bonomi
La proposta ha cercato di sommare le funzioni della pista ciclo
pedonale alle potenzialità suggerite del contesto e dalla storicità
del luogo. La funzione primaria legata alla mobilità si è trasformata in
opportunità per rafforzare l'identità di un ambito dalla forte
connotazione naturalistica e restituirlo ad una fruizione
sostenibile. Come prima scelta è stata ipotizzata la piantumazione
di una siepe lungo la strada per creare una barriera naturale in
grado di trattenere smog e polveri sottili, e permettere al pedone ed
al ciclista di isolarsi nella passeggiata e potere godere appieno
dello scenario offerto dal fiume, dalla natura e dalla storia. Anche in questo caso, per ovviare alla ridotta sezione
d'intervento è stata operata una lieve riprofilatura della sponda
fluviale a partire dal pilone del ponte ferroviario, quasi a
ripristinare la regolarità della sezione dell'alveo, che in quel
punto sembra quasi rientrare. Alla pista si aggiunge, così, una
porzione che prende gradualmente forma fino a creare un nuovo spazio
in grado di accogliere alberature e suggestive piattaforme in legno a
sbalzo sul fiume. La pavimentazione delle aree in cui sostare sarà in legno, così
come le piattaforme a sbalzo e le sedute. Le soluzioni d'illuminazione prevedono la
commistione di più fonti e di apparecchi con funzioni diverse.
Per
l’illuminazione dell’intero percorso sono stati scelti elementi
dotati di luci nella parte alta e di ottiche basse nella parte
inferiore con funzione di segna-passi. Questa caratteristica consente
di ottimizzare le risorse e di non aggiungere ulteriori corpi
illuminanti. Grazie all'utilizzo di sensori di presenza, infatti,
sarà possibile alternare l’accensione/spegnimento dell’ottica
alta al transito degli utenti con l’accensione delle ottiche
segna-passi quando i sensori non percepiscono più la presenza di
ciclisti o pedoni. Questo non solo consentirà un notevole risparmio
energetico, ma garantirà una maggiore durata
degli apparecchi luminosi alti ed un più dinamico ed interessante
gioco di luci. Le pedane in legno saranno illuminate dalle luci disposte sotto le
panche e da paletti luminosi disposti lungo il contorno. Il collegamento del percorso con il centro lacustre, è stato
ipotizzato con un allargamento a sbalzo del ponte della Marina,
sostenuto da una struttura reticolare leggera collegata a quella in
calcestruzzo. Questa soluzione, che consente il raccordo della pista
ciclopedonale alla ciclabile su Via Venezia e al Centro cittadino,
risulta quasi impercettibile se rapportato alla dimensione del Ponte
e si configura, al tempo stesso, come un’opportunità di
riqualificazione di un importante punto d’accesso.